Jimmy's Hall

Recensione del 30 maggio 2014 di Guido

Regia: Ken Loach - GB/Irlanda/Francia 2014.

Jimmy Grafton è realmente esistito e Ken Loach è tornato nell'Irlanda de Il vento che accarezza l'erba per raccontarci la sua storia. Nel 1921, nel pieno della guerra d'indipendenza che l'Irish Volunteers irlandese combatté contro gli inglesi, in uno sperduto paese di campagna della Contea di Leitrim, Jimmy e i suoi amici nel loro tempo libero costruiscono un edificio dove poter ballare, studiare, praticare la boxe e molte altre attività sportive e culturali. L'idea che la Pearse-Connolly Hall sia un ritrovo di socialisti turba i sonni dei latifondisti, dei politici e della Chiesa locale. Jimmy accusato di essere comunista deve fuggire per non venire arrestato. Nel 1932 il Fianna Fail vince le elezioni e Éamon De Valera diventa capo di un governo di centro-sinistra. A questo punto, Jimmy torna in Irlanda per occuparsi della fattoria di sua madre. Nel frattempo, nel paesino è cresciuta una nuova generazione di giovani che chiede a Grafton di aiutarli a riaprire la sala: Jimmy esita ma, alla luce del mutato clima politico, decide di accettare. La speranza che con De Valera le cose siano cambiate si rivela però fallace, in quanto il nuovo governo, nel nome della realpolitik, va a braccetto con la Chiesa. Padre Sheridan e i parroci della zona danno vita ad una campagna di boicottaggio contro la sala ponendo l'accento sul ballo, considerato un'attività immorale. In realtà la cosa che infastidisce non sono le danze, ma la libera circolazione delle idee che il luogo incrementa.


La Hall è un simbolo pericoloso di libertà, dove si balla, si suona il jazz, si sta insieme, ma si propugnano anche idee di giustizia e si parla di redistribuzione delle terre. E questo per il potere è insopportabile. Vince l'oscurantismo, Gralton viene arrestato e deportato negli Stati Uniti dove morirà nel 1945. Girato ancora col 35 mm negli splendidi paesaggi irlandesi, il film si avvale di grandi prove attoriali, su tutti svettano Barry Ward e Simone Kirby, superbi nel tratteggiare la storia di un amore impossibile. A 78 anni Loach riprende le atmosfere sociali che gli sono care e ci racconta, con la passione che contraddistingue il suo cinema, la storia di persone semplici, uomini e donne ai margini eppure al centro della Storia con la S maiuscola. Una storia d'amore, di gioia e di lotta. Quest'anno a Cannes, Ken Loach ha dichiarato che Jimmy's Hall sarà il suo ultimo film e che d'ora in poi si dedicherà solo ai documentari. Uscendo dalla sala, dopo averlo visto, non si può che nutrire la speranza di un suo ripensamento: il cinema ha ancora un gran bisogno delle sue storie.


La visione di Jimmy's Hall - Una storia d'amore e libertà mi ha rammentato un episodio che risale alla mia infanzia. Fatte le debite differenze, la Pearse-Connoly Hall del film ha qualcosa in comune con l'edifico che ospita la sala del nostro cineclub, anche se l'epoca e il contesto sono molto diversi. Nel 1945, a Collegno, i partigiani occuparono l'edificio dell'ex Gil trasformandolo in una casa del popolo. I ragazzi ballavano, leggevano, discutevano e ogni tanto tiravano persino di boxe, proprio come succede nel film di Ken Loach. Passarono alcuni anni e il governo Scelba requisì quell'edificio. Certo Collegno e l'Italia non erano l'Irlanda degli anni '30 e nessuno venne deportato, ma i giovani che frequentavano l'ex Gil, rimasti senza un luogo dove incontrarsi, decisero di costruirsene uno. Tramite una sottoscrizione acquistarono un terreno e, nel loro tempo libero, tirarono su i primi locali dell'attuale circolo Aurora. Ricominciarono quindi ad incontrarsi, a ballare, studiare, discutere, eccetera eccetera. Io, che come ho detto, a quel tempo ero un bambino e frequentavo l'oratorio della mia borgata, ricordo di aver sentito più volte il parroco predicare alle famiglie affinché le loro figlie non frequentassero quel luogo di malaffare che, secondo lui, era la sala da ballo dell'Aurora. Nulla di nuovo, quindi, Padre Sheridan docet.



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