UNA STORIA SENZA NOME

MER 13 E GIO 14 NOVEMBRE 2019

Regia: Roberto Andò - Sceneggiatura: R. Andò, Angelo Pasquini - Fotografia: Maurizio Calvesi - Montaggio: Esmeralda Calabria - Interpreti: Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Laura Morante, Jerzy Skolimowski, Antonio Catania, Gaetano Bruno, Marco Foschi, Martina Pensa, Renato Scarpa, Silvia Calderoni, Emanuele Salce, Alessandro Gassmann - Italia/Francia 2018, 110’, 01 Distribution.


Valeria, segretaria di un produttore cinematografico, scrive in incognito per uno sceneggiatore di successo. Un giorno la donna viene avvicinata da un poliziotto in pensione che le vuole raccontare una storia criminale. Valeria lo ascolta affascinata e usa quello che ha udito per scrivere un nuovo soggetto per lo sceneggiatore. La storia piace e a dirigere il film arriva un regista americano di culto. Ma la storia racconta del furto di un celebre quadro di Caravaggio, La Natività, avvenuto nel 1969 a Palermo per mano della mafia e per Valeria le conseguenze non tarderanno ad arrivare…

Una storia senza nome di Roberto Andò intreccia realtà e finzione, noir e commedia, e torna ad affrontare un tema caro al regista, quello dell'impostura e dell'inganno, come se, sulla scia di Pirandello, l'identità fosse qualcosa da costruire e proteggere. Perché, come spesso nella vita, nessuno è quello che dice di essere nel film, dove il cinema rivendica il ruolo di strumento investigativo per arrivare alla verità. (Alessandra De Luca, Avvenire) Una storia senza nome continua sulla scia dei precedenti Viva la libertà (2013) e Le confessioni (2015) a parlare dello stato delle cose dell'Italia, viste attraverso i continui accostamenti tra cultura alta e bassa, qui rappresentata dalla maestosità del quadro di Caravaggio e dalla popolarità di un contenitore che in certi momenti ricorda quella di un Italia da soliti ignoti monicelliani (così sembra la scena del furto dell'opera, sebbene con ben altri risultati di quelli raggiunti da Totò e soci). Senza dimenticarsi di una lettura della realtà che, pur alleggerita dal tenore scherzoso della messinscena, riesce a dire diverse cose interessanti su alcuni dei temi più scottanti della nostra politica e anche della Settima arte, omaggiata in lungo e in largo ma anche criticata quando si tratta di affermare - attraverso la voce di uno dei personaggi - la sempiterna contiguità tra cinema e malavita. (…) Una storia senza nome sorprende con intelligenza e buon umore. (Carlo Cerofolini, www.ondacinema.it)


L’intero film è basato sul tema dello sdoppiamento: personaggi, sentimenti e vicende non si mostreranno mai per quello che realmente sono. La pellicola stessa mostrerà nel corso del suo svolgimento molte facce diverse. Nel rapido volgere di poche scene ci si trova in un film noir, stacco e il film si trasforma in una commedia sofisticata. Dissolvenza e quello che ci si presenta davanti è un thriller tutto in salsa italiana, con la mafia che dà la caccia ai protagonisti. (…) Il film non perde occasione per porre l’accento su come sia facile per qualcuno, o qualcosa, ingannare il prossimo presentandosi sotto mentite spoglie. In questo modo vengono messe in dubbio sia le sicurezze dei personaggi sia quelle dello spettatore. Il pubblico si dovrà arrendere a questi cambi repentini di personalità, abbandonandosi agli eventi e accettando i frequenti colpi di scena. Il risultato è un film con un ritmo molto alto che riesce a intrattenere lo spettatore senza annoiarlo mai. (Flavio Musetti, www.filmpost.it)

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