FIRST MAN - IL PRIMO UOMO

MER 4 E GIO 5 DICEMBRE 2019

(First Man) Regia: Damien Chazelle - Sceneggiatura: Josh Singer, James R. Hansen, Nicole Perlman - Fotografia: Linus Sandgren - Montaggio: Tom Cross - Interpreti: Ryan Gosling, Claire Foy, Jason Clarke, Kyle Chandler, Corey Stoll, Patrick Fugit, Christopher Abbott, Ciarán Hinds, Olivia Hamilton, Pablo Schreiber, Shea Whigham, Jon Bernthal, Cory Michael Smith - USA 2018, 141', UIP.


La storia della missione Apollo 11 della NASA che ha portato il primo uomo sulla luna e quella personale e umana dell'ingegnere aereonautico Neil Armstrong tra il 1961 e il 1969. Il film esplora i sacrifici e il costo che ha avuto la missione per l'astronauta Neil e per l'intera nazione: una delle imprese più pericolose della storia. Basato sulla biografia autorizzata e scritta da James R. Hansen.

Il primo uomo è molto più terreno che spaziale; è fatto di test, litigi, errori, invidie tra colleghi, tagli in faccia e conati di vomito, a discapito di contemplazioni spaziali poetiche e sublimi. Di Neil Armstrong non interessa tanto la gloria dell'impresa, ma i fallimenti e i sacrifici che hanno reso possibile il suo stesso mito. L'errore è stato il carburante dell'allunaggio. L'incertezza è stata l'unica costante di un'impresa che senza il rischio non sarebbe mai stata tale. Ma cosa può spingere un uomo a mettere a rischio la sua stessa vita? Il bene del progresso? Una vocazione ulissiaca? La gloria della propria nazione? La più facile e ovvia delle risposte scomoderebbe l'altruismo. Chazelle, invece, non è d'accordo. Così come il jazzista di Whiplash e la coppia di innamorati di La La Land, anche Neil Armstrong risponde soltanto alle sue ragioni personali. (?) Più che crogiolarsi dentro lo spazio, Il primo uomo esplora lo spazio dentro. Chazelle sonda la solitudine vissuta da una persona incapace di sublimare il dolore assieme agli amati figli e a una moglie granitica e comprensiva, che prende sulle sue spalle il peso della sua impresa domestica. In questo il regista è abile a tessere un parallelismo continuo tra Neil e Janette Armstrong, uniti da un montaggio che li sovrappone di continuo anche quando sono lontani. (?) Anche se sappiamo tutti come è andata a finire la missione dell'Apollo 11, Il primo uomo è talmente teso e tempestato di piccoli grandi disastri, che si ha sempre la sensazione che qualcosa possa andare storto o precipitare all'improvviso. Senza rinunciare a sprazzi di ironia e a qualche autocitazione ammiccante, Chazelle sfrutta l'allunaggio per ispezionare ancora una volta le motivazioni umane. Scava con mano ferma, severa, sincera, lontana dai facili sentimentalismi, per trovare nella Luna un agognato paradiso in cui riempire finalmente i buchi neri aperti sulla Terra. (?) Un film pieno di coraggio, un grande balzo per un regista ambizioso, nel cui cinema il braccio di ferro tra cinismo e incanto, solarità e buio, è ancora lontano da una risoluzione. (Giuseppe Grossi, www.movieplayer.it)


L'uomo bianco è sulla Luna, stigmatizzano i neri; si è finalmente avverato il progetto del defunto Kennedy, ribattono altri; la politica alluna, questa sì, ma First Man poco se ne cura, viceversa, punta all'umano, e a quello che meglio lo tratteggia: Neil è un duplice sopravvissuto, alla morte della figlia e al decennio di spedizioni, esperimenti e fallimenti che porta al successo dell'Apollo 11, a quel passo-balzo del 20 luglio 1969. Con lui non alluna un eroe, ma un sopravvissuto, come è forse l'America tutta a se stessa, come lo è di certo l'umanità (?). Chazelle guarda la luna, ma vede l'uomo. (Federico Pontiggia, www.cinematografo.it)

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