DOPO LA GUERRA

MER 16 E GIO 17 OTTOBRE 2019

(Après la guerre) Regia: Annarita Zambrano - Sceneggiatura: Delphine Agut, A. Zambrano - Fotografia: Laurent Brunet - Montaggio: Muriel Breton - Interpreti: Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Charlotte Cétaire, Fabrizio Ferracane, Elisabetta Piccolomini, Marilyne Canto, Jean-Marc Barr, Orfeo Orlando - Francia 2017, 100', I Wonder Pictures.


Bologna, 2002. L'assassinio di un giuslavorista riapre vecchie ferite politiche tra Italia e Francia. Marco, ex militante di sinistra condannato per omicidio e rifugiato in Francia da 20 anni grazie alla dottrina Mitterrand che permetteva agli ex terroristi di trovare asilo oltralpe, è accusato dallo Stato italiano di essere uno dei cervelli dell'attentato e ne viene chiesta l'estradizione. Marco decide di non consegnarsi, ma di trovare il modo di fuggire in America Latina con la figlia Viola adolescente. In Italia, sua madre, la sorella e il cognato magistrato finiscono al centro dell'attenzione mediatica.

Marco ci appare come un uomo solo, egoista, incapace di mettere in discussione quanto compiuto in passato e di conseguenza assolutamente riluttante all'idea di confrontarsi con la giustizia italiana che di fatto ritiene illegittima. Ancora legato ai temi della lotta, Marco ripete che si è trattato di una guerra civile e che c'è quindi la necessità di un'amnistia; si sente anche tradito dal paese che lo ha ospitato per tanti anni e che ora è pronto a rispedirlo indietro senza tanti complimenti. (?) Battiston è molto convincente nel ruolo di quest'uomo all'apparenza impenetrabile, ma che è in realtà sconvolto e scosso da timori che credeva dimenticati. Non sente minimamente la colpa, la responsabilità delle sue azioni, si sente invece una vittima e dal suo punto di vista certamente lo è. Ma nel film Dopo la guerra si apre una doppia visione che alterna gli avventimenti che riguardano Marco con quelli che subisce la sua famiglia rimasta in Italia. La sorella Anna sembra aver fatto di tutto per mettersi in regola con la società e inquadrarsi nella prevedibile morale borghese, quasi fosse affetta da un senso di colpa vicario per cui deve espiare le colpe di Marco al posto suo. (?) Quella di Marco in Francia e Anna in Italia ssono due metà di una stessa storia che sembrano destinate a non comprendersi e non completarsi mai. Solo Viola, arrivata in questo mondo dopo la guerra, potrà forse ricomporre questo scenario partendo dalle ceneri di quanto è rimasto. Dopo la guerra è un film importante, ci riporta a confrontarci con un passato che forse per troppo tempo abbiamo sfuggito anche per la difficoltà di comprendere ciò che è accaduto. (Costanza Mauro, www.pianetadonna.it)


Dopo la guerra si muove tra quelle che sono le emozioni più profonde e contradditorie dell'animo umano. Il protagonista si è macchiato di un reato efferato; ha passato quasi metà della sua esistenza in esilio; ha condizionato e continua a condizionare l'esistenza dell'unico affetto che gli è rimasto accanto, Viola; non parla con i suoi cari da quando se ne è andato; ma, nonostante tutto, non si ravvede, non si pente, non cerca il perdono e continua a combattere la sua guerra anche da lontano. (?) La (non) presa di coscienza dei propri errori e gli effetti che essi hanno sulle persone a noi care sono il tema portante di un film che analizza in modo apparentemente distaccato, ma alla fine efficace, la causa-effetto di un crimine, senza entrare troppo nel merito politico delle vicende ma rimanendo, al contrario, su un piano più intimo e umano. (Anna Falciasecca, www.masedomani.com)

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