Regia: Peter Farrelly - Sceneggiatura: Nick Vallelonga, Brian Hayes Currie, P. Farrelly - Fotografia: Sean Porter - Montaggio: Patrick J. Don Vito - Interpreti: Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Sebastian Maniscalco, P.J. Byrne, Dimeter D. Marinov, Don Stark, Brian Stepanek, Iqbal Theba, Tom Virtue, Ricky Muse, Nick Vallelonga - USA 2018, 130', Eagle Pictures.
Green Book racconta la storia realmente accaduta di un'amicizia nata per caso e consolidatasi lungo quelle strade di due persone che più diverse non si potrebbe. (?) Un ritratto vivido sulla ricaduta quotidiana delle discriminazioni razziali di quegli anni. Una descrizione che suscita rabbia, un monito importante in un'epoca di risacca etica e dei diritti nell'America di Trump. Privo della pesantezza di un certo cinema militante e didascalico, contiene in realtà una carica politica molto forte e capace di arrivare molto più efficacemente a destinazione. Si ride, ci si indigna, ci si commuove e si pensa anche a una storia che fino a pochi anni fa sembrava lontana e invece oggi suona molto recente. (Mauro Donzelli, www.comingsoon.it)
Nel profondo sud, i due si ritrovano a contatto con la triste realtà di una società che finge di accettare le persone afroamericane, che le invita alle feste per fregiarsi della presenza di un musicista tanto famoso, che le ritiene degne di onorare gli ospiti con le loro esibizioni, ma che gli nega il semplice diritto di vivere, mangiare, andare in bagno insieme a tutti i 'bianchi'. Green Book è un film, un viaggio, una scoperta, che trascina lo spettatore sul sedile accanto a Don Shirley, per vedere con i propri occhi cosa si nasconde dietro il malcelato razzismo americano. (?) Potrebbe sembrare solo un altro film sulla discriminazione della comunità afroamericana, e in effetti è quello il suo tema principale: eppure la sceneggiatura ci racconta la storia in un modo tutto suo, non assumendo mai i toni drammatici e pedanti di chi vuole impartire una lezione; è, piuttosto, una narrazione che coinvolge lo spettatore, lo fa immedesimare nei due protagonisti, lo fa indignare per le ingiustizie che devono subire, lo fa ridere (ma ridere sul serio) e lo fa riflettere senza imporsi; la morale del film è intrisa in ogni suo aspetto, in ogni parola, in ogni scena, senza il bisogno che una voce fuori campo venga a spiegarla a chi guarda. (?) Merito della riuscita eccellente del film è anche di Viggo Mortsensen e Mahershala Ali, che restituiscono splendidamente due personaggi con tutti i loro pregiudizi, i loro timori, le loro convinzioni e, soprattutto, la loro amicizia che, nonostante le difficoltà, si instaura sempre più forte e solida superando le barriere dei pregiudizi: se il messaggio riesce ad arrivare forte è chiaro è merito dei due attori che permettono allo spettatore di vivere la storia come in prima persona, immedesimandosi in Tony e Don. (Giada Aversa, www.ecodelcinema.com)