7 UOMINI A MOLLO

GIO 11 GIUGNO 2020

(Le Grand Bain) Regia: Gilles Lellouche - Sceneggiatura: Mohamed Hamidi, Julien Lambroschini, G. Lellouche - Fotografia: Laurent Tangy - Montaggio: Simon Jacquet - Interpreti: Mathieu Amalric, Guillaume Canet, Benoît Poelvoorde, Jean-Hugues Anglade, Virginie Efira, Leïla Bekhti, Marina Foïs, Philippe Katerine, Félix Moati, Jonathan Zaccaï, Noée Abita, Mélanie Doutey, Alban Ivanov, Balasingham Thamilchelvan, Claire Nadeau - Francia 2018, 122', Eagle Pictures.


Quando la carriera di due campionesse francesi, Delphine e Amanda, viene stroncata da un incidente che lascia una delle due sulla sedia a rotelle, la loro vita precipita rovinosamente. Entrambe restano tuttavia in piscina, ad allenare una improbabile squadra maschile di nuoto sincronizzato, composta da un gruppo di quarantenni depressi e battuti dalla vita, incapaci di gestire insoddisfazioni e fallimenti, che si ritrovano a bordo vasca per dare un senso diverso al loro futuro.

Spesso la Francia ci regala commedie garbate, profonde, intelligenti. In 7 uomini a mollo, gioiellino che fonde risata e riflessione esistenziale, Lellouche si getta a capofitto in un tema che pare conoscere a fondo, la crisi del maschio. All'interno di un film corale riesce a creare una traiettoria individuale per ognuno dei personaggi approfondendone l'aspetto psicologico, raccontandone l'evoluzione e sfruttando al meglio le caratteristiche naturali degli interpreti che ha a disposizione. (?) Gilles Lellouche firma un film sincero, una seduta psicoanalitica acquatica che si innesta in una struttura ben delineata. La componente psicologica si fonde con la dimensione comica, tanti i momenti in cui si ride, anche amaro, ma è interessante scoprire come un film dalla natura così intimista si riveli al tempo stesso una commedia pungente, forte di un cast capace di tempi comici perfetti. (?) Vedere gli improbabili sirenetti di 7 uomini a mollo cimentarsi in evoluzioni degne di Esther Williams è un piacere per lo sguardo e per l'intelletto. Con la sua comicità garbata, Gilles Lellouche è capace di infondere speranza e positività anche là dove ci sarebbe ben poco da stare allegri. Il suo film è un inno alla vita, nella sua imperfezione e negatività, ma è anche un romanzo di formazione di adulti per adulti che mostra come non sia mai troppo tardi per cambiare attitudine. Aiutarsi da soli è il primo passo perché gli altri ti aiutino. E poco importa che i personaggi di 7 uomini a mollo siano quanto di più lontano si possa immaginare dal prototipo del macho. (Valentina D'Amico, www.movieplayer.it)


La scrittura che sta alla base di 7 uomini a mollo è una scrittura brillante, che fa divertire e fa ridere, ma che non rinuncia nemmeno ad una grande consapevolezza dell'epoca e delle problematiche della società in cui il film si inserisce: da quelle legate al precariato, passando per la difficoltà dei rapporti umani, senza rinunciare a quel sottile e serpeggiante patriottismo transalpino che può trasformarsi anche in scherzo e parodia quando, durante la gara, viene sottolineato come nessuno, al mondo, ami i francesi. Dichiarazione, questa, che gioca sul luogo comune secondo cui i francesi siano i più snob e i più antipatici di Europa e che Gilles Lellouche ribalta, dimostrando invece il contrario. Un film piacevole e divertente, che è ben più profondo di come potrebbe apparire ad una prima occhiata e che si fa forte di una colonna sonora molto coinvolgente, 7 uomini a mollo scorre sullo schermo con una leggerezza intelligente che impedisce allo spettatore di avvertire la pesantezza delle quasi due ore di durata. (Erika Pomella, www.movietele.it)

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